Interviste

Chiesa dei SS Pietro e Paolo in Daverio

Articolo di Paola Viotto dal volume “In riva al cielo” edito dai Comuni di Daverio e Galliate Lombardo, 2011 Foto di Paolo Zanzi

Scendendo dalla collina verso il piano si incontra la chiesa di San Pietro e Paolo. Nulla resta della chiesetta medioevale citata dalle fonti, che già aveva un prete “officiale” nel 1186 e che successivamente divenne cappella curata, e infine parrocchiale. Anche l’edificio uscio dalle ristrutturazioni borromaiche, promosse da San Carlo e protrattesi per diversi anni tra Cinquecento e Seicento, non è giunto fino a noi. Una lapide a lato della porta ricorda infatti che la chiesa attuale venne consacrata nel 1897 dal Cardinal Ferrari dopo un’ulteriore radicale ristrutturazione. L’esito finale è una costruzione solenne anche se un po’ fredda, dalle ampie proporzioni, che rispetta la tipologia delle parrocchiali ambrosiane con tre navate che si incrociano con il transetto, per dare all’edificio la forma di croce e fornire la base su cui si innalza la cupola.

L'imponente complesso della chiesa dei SS Pietro e Paolo, costruita sui resti di una chiesa medioevale su progetto di Alfonso Parrocchetti e consacrata nel 1897 dal Cardinal Ferrari.

Molti degli arredi seicenteschi, tra cui i ricchi altari laterali, sono stati armoniosamente ricollocati nel nuovo edificio. Degno di nota è l’altar maggiore, una sontuosa struttura barocca di legno intagliato, dipinto e dorato, sostenuta da colonnine tortili, dovuta al genio di Bernardino Castelli. Ai lati del tabernacolo si dispongono in studiata e solenne simmetria due grandi angeli reggi cero, mentre la figura del Cristo risorto è posta al culmine della complessa costruzione, con i piedi appoggiati su un globo che simboleggia il mondo. Ad aggiungere un tocco affettuoso, in bilico tra realismo e fantasia, nel basamento l’intagliatore ha collocato tantio angioletti birichini.

In alto, sotto la volta è collocato un bel Crocofisso ligneo rinascimentale, in origine verosimilmente destinato ad essere posto sull’arco trionfale. La statua della Madonna del Rosario nel transetto è un’altra testimonianza dell’eccellenza a cui erano giunti gli intagliatori varesini. Il grande organo nella tribuna della controfacciata, realizzato da Giovanni Mentasti nel 1879, riutilizza nella decorazione della cassa alcuni elementi lignei presistenti. Sulla facciata, sotto il portico, sono stati ricollocati due affreschi staccati, che rappresentano i Santi titolari Pietro e Paolo. Il pittore li ha raffigurati sopra un alto basamento, quasi fossero due statue viventi, avvolti in voluminosi mantelli che ne amplificano i gesti. I colori chiari, la sapienza della messinscena teatrale, l’abilità illusionistica ben visibile nelle ombre che si fingono proiettate sul muro, ricollegano queste due nobili figure alla grande scuola di pittura ad affresco che tra seicento e settecento ha decorato innumerevoli chiese del territorio prealpino, dagli eccelsi esempi del Sacro Monte alle pirotecniche quadrature nella chiesa della Motta a Varese.

Un ampio sagrato, pavimentato con la tradizionale rizzada lombarda, ci porta alla facciata della chiesa di San Pietro a Daverio. Così come le nobili figure affrescate dei Santi Pietro e Paolo, anche le quattro snelle colonne del portico sono una reliquia della chiesa com'era prima dell'ampliamento ottocentesco. Ma le fasi costruttive dell'edificio sono state molteplici e tormentate, prendendo l'avvio da una chiesetta romanica, già in roivina ai tempi di San Carlo. Ne fa memoria la lapide oggi murata a lato della scala dell'organo, ma precedentemente collocata sopra l'ossario, che reca le due date 1651 e 1705.
Lapide in pietra 1651-1705.
Il campanile.
Dettagli accattivanti dell'altare ligneo in San Pietro a Daverio, con gli angioletti che fungono da sostegno all'imponente struttura nata dalla fantasia dell'intagliatore varesino Bernardino Castelli, attivo tra '600 e '700.
Battistero. Mauro Nicora: dipinto murale all’interno del battistero raffigurante il Battesimo di Cristo. Committente Don Angelo Castiglioni (2010).
Pianta della costruenda Chiesa di San Pietro (metà sec. XIX). Da don Luigi Del Torchio.
Scorcio del portico.
Affresco raffigurante San Pietro.
Dettagli accattivanti dell'altare ligneo in San Pietro a Daverio, con gli angioletti che fungono da sostegno all'imponente struttura nata dalla fantasia dell'intagliatore varesino Bernardino Castelli, attivo tra '600 e '700.
La firma della prestigisa bottega organaria dei Mentasti consegna alla comunità di Daverio un organo che per qualità sonora e dignità artistica si impone nei suoi ampi volumi architettonici, secondo un registro di straordinaria qualità. Redatto e realizzato da Giovanni Mentasti nel 1879, questo strumento è concepito in ossequio alle esigenze specifiche della funzione religiosa, secondo una "regola" degli organari varesini, che non si concedevano libertà formali anche se la loro esperienza si era formata nella frequentazione di realtà "musicali" le più diverse e forse anche più libere.
Pianta della chiesa di San Pietro (fine sec. XVI). Da don Luigi Del Torchio.

Dal Sito Regione Lombardia, Beni Culturali
Claudia Morando, Archivio di Stato di Varese: Parrocchia dei Santi Pietro e Paolo

Parrocchia della diocesi di Milano. La chiesa di San Pietro di Daverio è attestata come “capella” alla fine del XIV secolo nella pieve di Varese (Notitia cleri 1398) e come “rettoria” nel 1564 (Liber seminarii 1564), sempre nella pieve di Varese. Tra XVI e XVIII secolo, la parrocchia dei Santi Pietro e Paolo di Daverio è costantemente ricordata negli atti delle visite pastorali compiute dagli arcivescovi di Milano e dai delegati arcivescovili nella pieve di Varese.

Nel 1755, durante la visita pastorale dell’arcivescovo Giuseppe Pozzobonelli, il clero nella parrocchia dei Santi Pietro e Paolo di Daverio era costituito dal solo parroco; il popolo assommava a 582 anime complessive, di cui 409 comunicati; nella parrocchiale era costituita la confraternita del Santissimo Sacramento, alla quale era stata aggregata da Federico Borromeo la confraternita del Santissimo Rosario, i cui ascritti avevano facoltà di portare l’abito di colore bianco con cuculla cerulea. Nel territorio della parrocchia, oltre alla chiesa dei Santi Pietro e Paolo, esistevano gli oratori di Santa Maria Assunta di patronato della famiglia Sessa; Sant’Apollinare a Crosio; San Giovanni Battista a Dobbiate (Visita Pozzobonelli, Pieve di Varese).

Verso la fine del XVIII secolo, secondo la nota specifica delle esenzioni prediali a favore delle parrocchie dello stato di Milano, la parrocchia di San Pietro di Daverio possedeva fondi per 279 pertiche; il numero delle anime, conteggiato tra la Pasqua del 1779 e quella del 1780, era di 519 (Nota parrocchie Stato di Milano, 1781). Nella coeva tabella delle parrocchie della città e diocesi di Milano, la rendita netta della parrocchia di Daverio assommava a lire 1539.6.9; la nomina del titolare del beneficio parrocchiale spettava all’ordinario (Tabella parrocchie diocesi di Milano, 1781).

All’epoca della prima visita pastorale dell’arcivescovo Andrea Carlo Ferrari nella pieve e vicariato di Varese, il reddito netto del beneficio parrocchiale assommava a lire 1500; il clero era costituito dal parroco. I parrocchiani erano 1700, compresi gli abitanti delle frazioni Torre, Bossa, Marogna; nel territorio parrocchiale esistevano le chiese e gli oratori Santa Maria Assunta, San Giovanni, Sant’Apollinare; nella chiesa parrocchiale era eretta la confraternita del Santissimo Sacramento, la Pia unione delle Figlie di Maria e la Compagnia di San Luigi Gonzaga. La parrocchia era di nomina arcivescovile (Visita Ferrari, I, Pieve di Varese).

Nel XIX e XX secolo, la parrocchia dei Santi Pietro e Paolo di Daverio è sempre stata inserita nella pieve e vicariato foraneo di Varese, nella regione III, fino al 1951, quando è stata attribuita al vicariato foraneo di Azzate; in seguito alla revisione della struttura territoriale della diocesi, attuata tra il 1971 e il 1972 (decreto 11 marzo 1971, RDMi 1971; Sinodo Colombo 1972, cost. 326), fu attribuita al nuovo vicariato foraneo e poi decanato di Varese, nella zona pastorale II di Varese; con decreto 2 maggio 1974 dell’arcivescovo Giovanni Colombo fu aggregata al decanato di Azzate (decreto 2 maggio 1974) (RDMi 1974).

Link risorsa: http://www.lombardiabeniculturali.it/istituzioni/schede/8115037/

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