Storia di Daverio

Sul colle che a sud di Daverio domina tutta la vallata sottostante, estendendo lo sguardo sino alla catena del Rosa, si trova il piccolo abitato di Dobbiate di origini antichissime, a dimostrazione di quanto la sua particolare posizione geografica fosse considerata strategicamente di grande valore. Infatti essendo un punto di osservazione privilegiato è possibile sia stato in epoca romana un luogo di convergenza tra le vie che mettevano in comunicazione i pagi (dal latino pagus -circoscrizione territoriale rurale-) di Varese, Arsago Seprio, Brebbia e Castelseprio e poi nel medioevo stazione di riposo sulle vie di pellegrinaggio che attraversavano il territorio varesino…

Scendendo dalla collina verso il piano si incontra la chiesa di San Pietro e Paolo. Nulla resta della chiesetta medioevale citata dalle fonti, che già aveva un prete “officiale” nel 1186 e che successivamente divenne cappella curata, e infine parrocchiale. Anche l’edificio uscio dalle ristrutturazioni borromaiche, promosse da San Carlo e protrattesi per diversi anni tra Cinquecento e Seicento, non è giunto fino a noi. Una lapide a lato della porta ricorda infatti che la chiesa attuale venne consacrata nel 1897 dal Cardinal Ferrari dopo un’ulteriore radicale ristrutturazione….

Il visitatore curioso che percorre le strade dei paesi a sud del lago si imbatte spesso in uno di quei piccoli gioielli di architettura “minore” di cui il nostro territorio è sorprendentemente ricco. Sono piccoli oratori medievali, nobili ville settecentesche, resti di antiche fortificazioni, che fanno parte di un tessuto culturale ricco e variegato. È un piacere scoprire la chiesetta recentemente restaurata dell’Annunciata di Brunello vero scrigno di affreschi quattrocenteschi, o le dimore storiche di Daverio e Galliate Lombardo, alcune delle quali conservano un patrimonio architettonico e decorativo di grande interesse….

Tutelati e protetti dalle acque dei laghi, i siti palafitticoli conservano il loro straordinario patrimonio archeologico e culturale, offrendo uno specchio delle civiltà passate, dal Neolitico fino all’età del Ferro (5300-500c.C.). Grazie alla convenzione siglata nel giugno 2011 il sito seriale transnazionale “Siti palafitticoli preistorici dell’arco alpino” è stato iscritto nella lista del Patrimonio Mondiale dell’UNESCO. Il sito comprende, oltre l’Italia, la Svizzera, la Francia, la Germania, l’Austria e la Slovenia, per un totale di 111 palafitte iscritte. In Italia ne sono presenti 19, di cui 10 in Lombardia e più precisamente 3 in provincia di Varese: l’isolino Virginia, la palafitta di Bodio Centrale e delle Monete e la palafitta del Sabbione di Cadrezzate. Accanto ai siti iscritti l’UNESCO ha riconosciuto una serie di “siri associati”, complessi archeologici di notevole rilevanza culturale che al momento dell’iscrizione nel 2011 non soddisfacevano i requisiti previsti….

I primi abitanti frequentarono una vasta palude nell’area dell’attuale bacino torboso detto “Pustenga” posto nella zona pianeggiante fra i due comuni di Daverio e Galliate Lombardo. Tracce di strutture abitative furono scoperte nella seconda metà dell’800 da Giuseppe Quaglia che individuò due ordini di pali di pioppo alti un metro, del diametro medio di 10 cm e distanti l’uno dall’altro 2 metri. Il Quaglia recuperò due punte di freccia a alette in selce, una mandibola di bue e sei asce in serpentino. La tipologia delle asce fa presumere che l’uomo vivesse in questa zona durante il Neolitico e l’ Eneolitico.

Al 1849 risale la scoperta di una necropoli romana nella frazione di Dobbiate, nel campo detto ai tempi della Torre…

Fra i Comuni di Daverio e di Gagliate Lombardo, poco discosto ed a mezzodì del lago di Varese nella pianura detta Pustenga, esiste una torbiera di ettari 7, un tempo già piccolo stagno, nella quale l’ing. Gius. Quaglia pel primo avvertì una stazione preistorica, a due ordini di pali legno pioppo, del diametro m. 0.10, alti un metro e distanti l’uno dall’altro m. 21: palafitta che dal sodo terreno verso Daverio si inoltra nella palude e scompare fra la torba che la ricopre.

Mentre veniva attivata dai più volte detti frat.i Bossi fu Filippo, proprietari della maggior superficie di quella palude, si trovarono: due cuspidi di frecce ad alette in pietra selce, e sei azze serpentinose, cinque ora nella mia raccolta ed una nel Museo civico di Milano, donata dal dott. G. Bossi, indicata come proveniente da Azzate….