Home » Documenti e Iniziative » Il Piano di Governo del Territorio di Daverio, con Giuseppe Pasolini, Architetto
Daverio Cresce - Incontri Formativi - 27-01-2021
L’architetto Pasolini ha redatto il PGT di Daverio nel 2006, la Legge regionale 12 del 2005 era appena stata promulgata, aveva precedentemente redatto il Piano Regolatore, quindi non c’è persona che possa meglio parlarci di questo tema.
Vale la pena fare un excursus su quella che è la pianificazione. Innanzitutto la pianificazione sul territorio comunale è di competenza esclusiva dell’amministrazione comunale, quindi fatti salvi quelli che sono i piani edilizi sovraordinati (Piano territoriale di coordinamento regionale, Piano territoriale di coordinamento provinciale), le amministrazioni decidono per conto loro, attraverso una loro analisi, quello che può essere lo sviluppo territoriale.
Siamo adesso in una fase di passaggio tra una situazione legata alla strumentazione dei vecchi piani paesistici regionali e al vecchio piano di coordinamento provinciale. In termini molto succinti diciamo che l’urbanistica ha avuto una sua grande evoluzione a partire dal 2005, quindi diversamente dalla vecchia legge regionale 51 con la legge 12/2005 abbiamo assistito a un cambiamento direi molto profondo sul modo di concepire l’urbanistica a livello regionale. Perché passiamo da una pianificazione che aveva pure contenuti pianificatori ma ragionava su un criterio di livello ragionieristico, quante aree avevo, quanti standard, i cosiddetti servizi, avessi avuto bisogno, ma non tanto legati alla necessità reale ma a quella di far tornare i conti. Eravamo legati dal 1985 al 2005 a una verifica di quantità di servizi in rapporto a 26 mq per abitante previsto dalla pianificazione. Questo era legato ovviamente alla legge urbanistica nazionale, a tutti i decreti nazionali. Con la legge 2005, in cui sono stati riportati alcuni concetti fondamentali legati ai servizi, non si parla più di quanti abitanti ho e quanti servizi devo realizzare, ma devo ragionare rispetto al mio territorio di cosa ho bisogno come servizi, quindi non più aree intese come superfici, ma servizi intesi in quanto tali; c’è stato un grande cambiamento da questo punto di vista. Non solo, ma si è cercato di introdurre anche degli aspetti sulla pianificazione comunale di perequazione, cercando, laddove si vada a definire un azzonamento o una modalità d’uso del territorio, il concetto introdotto dalla legge regionale, ovvero che anche gli altri attori, gli altri cittadini che magari sono penalizzati da alcune scelte di necessità formulate dall’amministrazione, dovessero in qualche modo avere un ristoro. Questo è un principio, dopodiché se andiamo a vedere il PGT di Daverio ha già ha assunto questa tipologia di intervento legato alla perequazione. Quindi se voi avete aree che hanno un loro volume e avete delle aree che sono servizi, quel volume viene trasferito su delle aree cosiddette edificabili.
Ultimo elemento che è anche alla base della revisione dei piani territoriali di coordinamento sia regionale che provinciale è la questione molto discussa e molto importante sul consumo di suolo, quindi cercare di raggiungere gli obiettivi strutturali senza più prevedere all’interno della pianificazione consumo di nuove aree. Da questo punto di vista Daverio si colloca in maniera differente rispetto a un Brunello, per dire di un Comune vicino a voi, anziché ad altre aree del milanese o dell’interland milanese dove il minor consumo di suolo si traduce in rigenerazione urbana. Daverio ha una storia insediativa molto differente da un nucleo industrializzato, ha una industria importantissima nel suo territorio, più di un’industria, ma non ha fortunatamente da questo punto di vista le cosiddette aree dismesse, salvo un paio che meritano attenzione; le normative introdotte dalla Legge regionale 31 e dalla Legge regionale 18 sono due normative importantissime che invogliano a far si che le amministrazioni vadano a verificare questi aspetti di degrado o di dismissione o di necessità di valorizzazione e li metta al centro della pianificazione, piuttosto che prevedere nuovi insediamenti. Da questo punto di vista settimana scorsa Regione Lombardia ha emanato un bando in cui stanzia oltre 130 milioni di euro per interventi di riqualificazione sia culturale che socioculturale dei nuclei, e soprattutto 100 milioni di euro per riqualificazione di aree degradate.
Il PGT, diversamente dal piano regolatore generale che era fondato su un unico documento, si divide in tre documenti, il documento di Piano, il Piano delle regole, il Piano dei servizi e un altro dei servizi del sottosuolo. Diciamo che diversamente dal PRG, siccome la legge ha previsto che la strumentazione urbanistica dovesse in qualche modo seguire l’evoluzione temporale dei cambiamenti, con la legge del 2005 si sono individuate nel documento di piano le linee strategiche politiche dell’amministrazione pubblica. In sostanza all’interno del documento di piano l’amministrazione traccia uno scenario di sviluppo a medio termine, anzi anche a termine molto limitato, perché il documento di piano vale 5 anni. Il documento di piano oltre che delineare gli scenari (quindi è lì che l’amministrazione introduce gli aspetti qualitativi della propria azione) va eventualmente a regimare quelle aree che sono al di fuori del tessuto cosiddetto consolidato, ovvero le aree di trasformazione. A Daverio ce ne sono 3. Una l’area Biasatti ex Zecchin a Nord, area dismessa, poi un’area centrale molto interessante, l’area dei Ranchet un’area in disfacimento, vi sono poi altre piccole aree, ma soprattutto attività nei nuclei che meriterebbero un po’ di attenzione. Però come area di trasformazione importante è quella che si era immaginata di realizzare nella zona dove è ubicata la Palazzina della Cultura, alle spalle della cascina Tornagaglio. Le rimanenti aree all’interno del vostro piano, sono aree che non sono regimate dal documento di piano perché sono aree che non hanno una larghissima potenzialità quindi sono destinate a dei completamenti. Quindi il documento di piano detta le linee, vale 5 anni. A Daverio è scaduto però vi era una possibilità che anche il Comune di Daverio ha utilizzato: non essendo stato ancora rivisto il piano territoriale di coordinamento provinciale alla luce dell’ultima normativa, vi erano due possibilità: o si lasciava decadere il documento di piano, con dei grossi problemi di carattere fiscale, perché un’area edificabile comunque versa dei soldi legati all’IMU ad es., e l’altro è un problema strutturale perché se decade il documento di piano decade totalmente quello che era l’indirizzo. Quindi il Comune di Daverio come la maggior parte dei Comuni ha ridato validità a questo documento in attesa che Provincia facesse il proprio documento di programmazione, dopodiché il Comune sarà obbligato a revisionare il proprio documento di piano. Il documento di piano detta anche i concetti, le modalità entro cui normare l’edificazione, però non la norma. Tutta l’edificazione e quindi tutto quello che sono le trasformazioni minimali sul territorio sono normate dal piano delle regole, il secondo documento che fa parte del PGT. Il piano delle regole a differenza del documento di piano non ha mai scadenza, perché non è programmatico, perché è un piano che vive all’interno di ambiti del cosiddetto tessuto urbano consolidato. Dopodiché abbiamo il piano dei servizi, anch’esso non ha limiti di validità, ed è uno strumento abbastanza importante perché è proprio all’interno del piano dei servizi che si giocano le carte legate alla perequazione, alla incentivazione, ovvero dare delle premialità legate alle attività che possono essere di interesse più generale quindi non privatistico e soprattutto definire come assolvere alle necessità strutturali del territorio, quindi è uno strumento di attuazione molto importante.
Sul documento di piano il Comune deve mettere mano per adeguarlo a quei nuovi principi come rigenerazioni, consumo di suolo, anche se Tognola sa benissimo che quando abbiamo fatto il PGT il consumo di suolo è stato ridotto al minimo, tant’è che se andate a vedere lungo le aste esterne dell’edificato di via Fiume, via Battisti e altre, trovate dei ritagli che dimostrano come non si voglia d’amblè pensare che si possa edificare indistintamente il territorio comunale.
Poi può succedere che, se l’amministrazione lo ritiene o perché le cause indotte lo necessitano, l’amministrazione potrebbe sempre decidere di ricucire. Anche perché tenete presente che se voi fate una pianificazione non controllata, non siete più voi a decidere ma è il mercato immobiliare, quindi siccome Daverio è un nucleo per altro interessante dal punto di vista immobiliare, è un nucleo che ha un territorio a mio parere molto importante dal punto di vista anche paesaggistico e ambientale, è difficile che una volta che dovessi mettere in attuazione un’area, questa non venga di fatto subito utilizzata. Quindi all’amministrazione è permesso di pensare come sviluppare il territorio ma soprattutto nell’ottica che un territorio e la sua utilizzazione non si esauriscono con un piano, neanche con una sola amministrazione, quindi come io concepisco lo sviluppo, delineo il futuro del mio territorio.
Come siamo messi oggi con il PGT? La prossima amministrazione dovrà farne uno nuovo? Cosa si prevede per l’area di Vegonno che è all’interno dei confini del Comune di Daverio?
A supporto del Pgt vi sono dei piani di settore, verifiche geologiche e sismiche, reticolo minore e maggiore. La prossima amministrazione sarà obbligata a variare i contenuti del documento di piano che non è adeguato alle ultime normative regionali e statali; ad es. alcuni meccanismi sulla rigenerazione, sul minor consumo di suolo, non tengono ovviamente conto di normative uscite in 5, 6 anni, quindi da questo punto di vista ci sarebbe molto su cui ragionare.
Altri strumenti di supporto sono il piano geologico, sismico, idraulico che vanno a monitorare il territorio dal punto di vista della sua fattibilità d’uso, quindi genera una mappa che è molto interessante, che voi avete all’interno dei documenti dell’amministrazione, con tutte le zone critiche, le zone che hanno problemi di frane, di sottosuolo instabile, ecc.
Tutti i piani del PGT sono online sul sito regionale, quindi un cittadino che vuol capire alcuni passaggi, non solamente l’azzonamento ma tutte le carte che stanno sotto e dietro la programmazione, può tranquillamente entrare nel sito regionale multiplanpgtweb
https://www.multiplan.servizirl.it/pgtwebn/#/public/ricerca
senza accreditamento, va, clicca la Provincia, il Comune, il documento del PGT che vuol vedere e ha tutti i documenti online da consultare, anche le ultime varianti, quindi tutta la programmazione urbanistica di tutta la Regione Lombardia è online; questo è importante perché ci sono relazioni, ci sono motivazioni, documenti, c’è anche una tavola da noi fatta in cui si erano delineati gli obiettivi, addirittura si era disegnato come poteva diventare l’obiettivo, a livello schematico, però interessante; interessante capire se l’amministrazione in questi anni li ha perseguiti o li ha stravolti, quindi è interessante andare a vedere cosa è successo con questo PGT.
Sulla zona di Vegonno, quello che è previsto nel piano per il futuro è la non edificabilità e non ritengo che qualcuno possa considerare che queste aree possano divenire edificabili. Ovvero, non mi pare che Daverio abbia bisogno di fare espansioni in queste aree. I contributi partecipativi i cittadini possono proporli ai sensi dell’art. 13 della Legge 12 nel momento in cui l’amministrazione apre alla possibilità di definizione o variante del piano, in una apposita tavola che si chiama Contributi partecipativi, lì si trovano tutte le istanze pervenute in sede di definizione del progetto del documento di piano; tutte le istanze pervenute al di fuori di certi perimetri non sono mai state tenute in considerazione.
Recentemente si è costituto un gruppo di Comuni tra cui dovrebbe esserci Daverio, un po’ latitante a dir la verità, che dovrebbe aprire un progetto che ha già alcuni contenuti, che è il progetto de “Le Piane” che vorrebbe collegare il corridoio ecologico Campo dei Fiori- lago di Varese con quello del fiume Ticino, passando da Azzate, Daverio, Brunello, Casale Litta, Jerago ecc. Lo scopo è quello di stilare un progetto unitario di queste amministrazioni che metta in evidenza quelle che sono le opportunità legate alle aree di valenza ambientale, non solo, ma per far conoscere e quindi poter anche intervenire su quelli che sono i punti storici di tutti questi territori. Secondo me questo progetto, se ben calibrato, è un ulteriore elemento per evitare che qualcuna delle amministrazioni possa pensare che questi siti, Azzate, Daverio o che, nel piano delle regole possano essere edificate in maniera indiscriminata. Ci sono stati degli incontri con delegazioni di queste amministrazioni, è stato stilato un documento programmatico, è stato individuato un professionista, un costo di questo progetto ripartito su tutte le amministrazioni (Daverio sarebbe nell’ottica di un paio di migliaia di euro); non mi risulta che Daverio a oggi abbia fatto delle delibere di adesione e di impegno finanziario, forse l’unico che non le ha fatte.
C’è comunque molto da lavorare sul progetto, questa unione abbastanza consistente di Comuni potrebbe permettere di andare a reperire risorse finanziarie per, da una parte, mantenere la valorizzazione del territorio, dall’altra farla conoscere. Faccio l’esempio di Sumirago dove io sono assessore, solo recentemente durante le giornate del FAI alcuni punti storici del territorio sono stati messi in evidenza. Tantissime persone non sanno quello che effettivamente esiste sui territori. Quindi il progetto si delinea come ambientale e storico culturale, l’importante è consolidare le linee del progetto.
Quali sono le entità delle nuove normative della Regione?
Sono quelle che hanno cambiato il passo sul consumo di suolo, cioè cercare di limitare l’uso di suolo libero e trovare quegli accorgimenti incentivanti, aldilà del 110% che conosciamo ma che secondo me se va avanti così è destinato a fallire, degli accorgimenti tali per cui se io uso del suolo devo in sostanza sapere che non avrei altre alternative, nel senso che all’interno del piano vigente di Daverio c’è una bozza di perequazione incentivazione ma non ci sono mai dei collegamenti diretti tra azioni di trasformazione rispetto a cessioni o realizzazioni di servizi, cioè noi abbiamo cercato di pareggiare anche perché era un concetto abbastanza nuovo, se voi andate a verificare all’interno del documento di piano quelli che sono i cosiddetti parametri legati alla capacità insediativa del piano, tecnicamente ho la possibilità di indicare al massimo tutte le aree edificabili a condizione che le aree che non sono edificabili diventino di proprietà della amministrazione comunale. Magari oggi vale la pena capire quali sono gli obiettivi primari dell’amministrazione in termini politici programmatici e magari concentrarsi su quell’obiettivo, non su un insieme di obiettivi che poi alla fine per poterli realizzare, oltre che la cessione, servono le risorse e magari alcune non sono neanche più necessarie. Non perché il piano debba essere buttato via ma perché il piano comunque deve fare i conti con le nuove normative che costituiscono una modifica strutturale di come il piano viene concepito. Il vostro piano, siccome non è un piano che ha generato grandi problematiche, è meglio che l’amministrazione si ponga lei nell’ottica di doverle risolvere, perché se no i cittadini non le risolveranno mai, fatti salvi questi aspetti strutturali o comunque di necessità di rigenerazione all’interno del territorio, nel vostro piano non c’è un’espansione, uno snaturamento. Avete poi un altro problema o necessità che Alberto conosce ovviamente molto bene, che una volta per tutte si decida l’area centrale cosa debba essere, l’area tra il vecchio nucleo di Daverio e la SP 17, l’area detta Trascaina, un’area strategica, interessante, a valenza ambientale, ma ha una valenza anche sovraterritoriale, quindi bisogna capire poi quell’area cosa può diventare. Può rimanere anche un prato. Poi ci saranno delle necessità soggettive, non è scandaloso che uno voglia fare qualcosa di comune dal punto di vista dell’impostazione.
Non ho capito bene il paragone che aveva fatto col Comune di Brunello; poi volevo chiedere se poteva dire qualcosa sul territorio di Daverio, aveva citato la Roggia vecchia, stava dicendo qualcosa, si è interrotto, a me interessa molto, se può, approfondire questa zona, questa area.
Dicevo che Brunello e Daverio hanno due realtà, dal punto di vista infrastrutturale dell’Industria, totalmente differenti, cioè voi avete una industria storica che di fatto non c’è più e avete un tessuto industriale molto limitato ma molto attivo. Brunello per esempio invece già ha una necessità di riconversione della propria area industriale, tant’è che negli ultimi tempi ha avuto cambiamenti abbastanza importanti; ci sono insediamenti di logistica, ci sono dismissioni e recuperi ai fini produttivi, ci sono dismissioni ai fini produttivi e recuperi ai fini terziari, la Elmec ad es., quindi diciamo che le realtà sono molto differenti. Sono ancor più differenti rispetto al tessuto produttivo della cintura Milanese, dove li sì c’è una dismissione integrale di veri ambiti industriali quindi lì la rigenerazione ha una sua ragion d’essere in maniera importante, a Daverio non avete questa necessità. A Daverio avete secondo me 2, 3 aree che necessitano di una certa attenzione, dopodiché non ritengo che vi siano grandi esigenze dal punto di vista della rigenerazione, anche perché anche i nuclei fin dal PRG erano normati molto bene, ma dal punto di vista della gestione sono sfuggiti un po’ di mano perché se io ritorno oggi sui vecchi nuclei sia a Dobbiate che Daverio quello che i PTG o il PRG di allora diceva più delle volte è stato snaturato, ci sono interventi frammentati mettiamola così, quindi magari non avete grossi problemi dal punto di vista dalla delle aree dismesse, ne avete poche, quelle poche che avete sono importanti, una perché è nell’area centrale, l’altra perché è in un ambito ambientale strategico.
Il discorso Roggia vecchia è che in sostanza a supporto anche del PTG esiste una elaborato, si chiama Reticolo idrico minore, tra cui compaiono tutte le parti di reticoli appunto minore di competenza comunale, poi abbiamo la Roggia vecchia che è il confine tra voi ed Azzate, che è un area importante tant’è che dal punto di vista anche naturistico noi avevamo immaginato e pensato verso la Marogna, che è la cascina a nord, di pensare di fare un interscambio proprio per chi volesse anche addentrarsi nelle aree cosiddette naturali e quindi scambio tra auto e sentieri, c’è tutto un ragionamento di sentieri che da lì scendono direttamente ad Azzate e al lago di Varese; viceversa mi collego dall’altra parte e questo è anche il ragionamento de Le Piane di cui parlavo prima. Quindi la Roggia vecchia ha un suo vincolo insomma, è un affluente del lago di Varese che è ha un vincolo di rispetto e tra l’altro segna il confine territoriale.
Sì, grazie adesso ho capito bene. Per altro segnalo, perché io poi sono qui proprio vicino, che il sentiero collegava i due nuclei storici, adesso diciamo la parte di Daverio è ancora attiva come strada consortile, ti ricordi Alberto che eravamo andati, mentre poi il collegamento di Azzate negli ultimi vent’anni è stato inglobato dal bosco: esce dove c’era la Fornace cioè la fabbrica di mattoni che oggi esiste ancora ma è stata inglobata in una ristrutturazione abbastanza buona che però ha snaturato tutto per cui era una proposta di ripristino che avevo già suggerito all’amministrazione corrente, ma poi però motivi noti, tutto si è arenato. Se può essere recepito dal progetto de Le Piane è buona cosa, grazie. È un territorio molto interessante.
Volevo dire una cosa io, cioè chiaramente le cose da vedere nel PGT nel documento di piano sono diverse, bisognerà anche capire diciamo le proposte che si erano fatte che tipo di risultato hanno dato piuttosto che nessun risultato.
Comunque visto che ci sono state delle domande sul consumo di suolo, noi avevamo definito una linea a ovest oltre cui non si può andare con l’edificazione tranne qualcosa legato all’agricoltura che è sostanzialmente il crinale che separa la zona attualmente residenziale, il cimitero dai primi campi che scendono poi verso il torrente Vajone, quindi tutta quell’area lì a ovest è un’area che abbiamo indicato come una linea invalicabile per quanto riguarda la possibilità di edificazione e poi giustamente c’è questa area centrale Trascaina di cui tu hai fatto cenno e poi ci sono una serie di piccole aree che dovevano completare la possibilità edificativa quindi non espandersi all’esterno ma all’interno delle aree già edificate che però mi sembra non siano riuscite a decollare; insomma per una serie di problemi anche di carattere così di divergenze tra i vari proprietari e cose di questo genere quindi anche quello sarebbe una cosa un po’ da rivedere.
Io parlavo del fatto che il nostro piano con questo discorso che è un po’ complesso, e che sicuramente a Milano ha funzionato ma non so se ha la possibilità di funzionare a Daverio, che prevede appunto quelle che Pasolini prima chiamava le perequazioni, cioè io ho un terreno che non può essere edificato però può avere una volumetria e quindi questa volumetria può ricadere sul terreno che invece può essere edificato quindi il proprietario di quell’area lì o la lascia così com’è o se avviene questo scambio la cede al Comune per un utilizzo pubblico, incassando però quelli che sono i valori volumetrici che vengono realizzati su altre aree che invece hanno questa possibilità. Ecco questa che viene chiamata perequazione, non so se a Daverio sia attuata, non so se tu ne sai qualcosa.
Diciamo che una delle aree, quella che citavo prima dietro alla parte della Palazzina della Cultura, via Verdi da quelle parti lì, che era proprio un’area che era stata messa anche per calmierare la necessità di volumi, di trasferimento di volumi, nel senso che se il mercato non si muove l’amministrazione governa con dei volumi propri che da una parte portano risorse, ma dall’altro proprio fanno muovere se vogliamo il mercato; perché il proprietario di un’area di perequazione non edificabile ha due possibilità, o la lascia lì o se no chiede anche dei valori economici troppo elevati, questo fa sì che non si realizza.
È chiaro che Milano è un argomento differente, cioè lì si muovono volumi di altra natura, però a mio parere c’erano varie opzioni per i privati perché un’area, e su questo era stata fatta anche una verifica abbastanza approfondita, un’area edificabile comunque è edificabile con dei valori che non erano al massimo del rispetto dei limiti volumetrici, quindi c’è un indice base che un privato può usare senza andare a ricorrere a aspetti perequativi, è per questo che non ha funzionato. Daverio fatte salve cose successe lungo il collegamento via Roma via Verdi (tra altro sono degli immobili abbastanza paurosi e importanti dal punto di vista volumetrico) non è che ha espansioni successive; diciamo che a parte gli interventi che peraltro ha fatto mi sembra Goglio su via Roma con le palazzine ecc., però tutta la evoluzione fatta sul suolo di Daverio è legata a edifici di bassa volumetria, cioè non è che abbiamo aree per poter fare grandi trasferimenti volumetrici. quindi diciamo che se un privato ha necessità di un edificio privato mono o bifamiliare al massimo, usa il volume che ha quel terreno, se voglio utilizzare ancor più volume perché ho una necessità di aggiustare alcune necessità anche solo familiari, ricorro alla perequazione andando ad acquistare volume cedendo l’area, questo è il meccanismo. Dopo di che sinceramente io non ho sottomano oggi come questo scambio sia avvenuto o non sia avvenuto, non lo so, vedo solamente, questo lo vedo, semplicemente passando per Daverio, vedo che certe aree sono lì ancora come lo erano, però non ho un dato che mi porti a pensare che questa cosa non funzionava e quindi non so il motivo per cui non dovrebbe funzionare. Sicuramente magari come dici tu ovviamente, per Daverio, visto i volumi in gioco, forse la perequazione è un po’ più problematica; oppure magari anziché disseminare nella perequazione piccole aree che…poi non è che sono aree che non servissero, perché gli interscambi del sistema ciclopedonale pedonale, il sistema viario ecc. sono parti ancora secondo me attuali, magari si potrebbe decidere dove è la necessità del Comune d’implementare i servizi secondari e magari da lì si attinge il volume. Quindi lasciando al privato la proprietà del proprio suolo se proprio non mi serve. Diciamo che il primo passaggio di revisione di un piano ovviamente ti dà linee di cosa il piano ha combinato, nel senso che, rispetto alle buone intenzioni o cattive intenzioni a seconda del caso di questo piano, nel decennio cosa questo ha portato o non ha portato, magari l’ufficio si fa queste domande. L’amministrazione attuale non mi sembra che si faccia queste domande, non mi pare, come non si fa le domande neanche delle aree dismesse.
So che qualcuno ha presentato qualcosa.
Biasatti.
Però io non ho ancora visto niente, noi abbiamo un incarico recentemente dato dall’ufficio tecnico perché non ho avuto il piacere di sentire questa necessità da parte dell’amministrazione, l’ufficio tecnico consapevole che la legge regionale 18 ha comunque delle scadenze e la responsabile dell’ufficio tecnico ci ha chiesto di poterli supportare per arrivare entro la scadenza adesso prorogata a marzo aprile con le delibere di impostazione sulla rigenerazione e quindi anche la valutazione di eventuali istanze che pervenissero al Comune: mi sembra l’altro ieri al mio ufficio hanno detto che un istanza è pervenuta. Biasatti.
Ecco Biasatti per fare capire bene a tutti è quell’area definita anche ex Zecchin, cioè venendo da Galliate verso Daverio sulla “via per Daverio”, la strada che passa dalla zona industriale di Galliate, tutta quell’area che c’è sulla destra, ci si arriva attraverso una stradina campestre, l’area era utilizzata dalla famiglia Zecchin, ora diroccata completamente: si tratta di capannoni abbandonati da anni mezzi diroccati, poi ci sono anche delle abitazioni lì, ecco tutta quella area lì che aveva una serie di problematiche era stata messa all’asta dal tribunale, acquistata appunto da questi Biasatti e aveva una serie di problematiche di inquinamento del suolo. Erano state sotterrate lì negli anni le cose le più disparate dai pali della luce di cemento a tutta una serie di cose per cui l’area è stata assoggettata a bonifica, c’è stato un piano concordato con l’amministrazione e questa cosa è stata fatta, noi nel PGT l’abbiamo inserita come una delle aree di trasformazione, cioè vuol dire che in quelle aree lì, e quella in particolare è normata dal PGT, ci puoi fare certe cose, non ne puoi fare altre e quindi in base a quello, tu devi realizzare ciò che puoi fare. Adesso non entriamo nel dettaglio, comunque questa legge regionale che è uscita recentemente permetteva ai proprietari di queste aree di fare anche delle proposte all’amministrazione, questi proprietari l’hanno fatta, il contenuto non lo so probabilmente non lo sai ancora neanche tu e comunque l’importante è che sia stata fatta e che su questo poi l’ufficio tecnico possa lavorare.
Diciamo che comunque il Comune deve anche aderire ad altre scelte in base a queste leggi regionali, quindi dovrebbe dire quali eventuali parti del territorio potrebbero essere beneficiarie di alcune premialità legate a questa normativa, dovrebbe stabilire se oltre gli scomputi previsti dalla legge stessa intende applicare ulteriori riduzioni sugli oneri, però voglio dire tenete presente che il passaggio comunque della legge regionale 18 è che chi avesse necessità e interesse oltre che dover rientrare ovviamente nei concetti di questa normativa, può proporre, l’amministrazione può aderire o può a sua volta definire un’altra modalità di intervento, la quale non è attuativa, perché se va in variante il piano comunque occorre la variante al piano, però ovviamente indirizza una scelta, quindi non siamo di fronte a una variante immediata nel caso in cui l’amministrazione aderisca a una richiesta del privato, indica la strategia che potrebbe essere attuativa, come dicevo prima, previa variante al PGT.
Scusa i tempi di questa operazione quali sono da parte della normativa regionale?
Allora, salvo ulteriori proroghe doveva essere a ottobre, poi novembre poi prorogate a fine anno adesso prorogate a marzo aprile come scadenza massima.
Ma lì basta una determina dell’ufficio tecnico o ci vuole una delibera di giunta?
Dipende, l’accettazione arriva dal Consiglio comunale, non è sufficiente la giunta.
Comunque, diciamo che potrebbe essere per adesso affrontata da un punto di vista tecnico e poi magari essere approvata in Consiglio comunale se si dovesse approvare, ma rivista poi all’interno del piano.
Oppure attraverso una variante specifica, però diciamo che da questo punto di vista io non so quali siano i contenuti che Biasatti ha portati avanti, in base a quello che chiederanno secondo me si capirà anche la portata, perché per Biasatti una volta ottenuta la bonifica dell’area mi pare che noi avevamo strappato alla Provincia il massimo che era strappabile ai tempi, abbiamo detto l’area dev’essere bonificata cosa che poi è successa, l’area può essere edificata lì in quel modo e solo per quelle cose, quelle cose erano il minimo che si potesse a fronte della vastità dell’area e anche dei percorsi di bonifica che hanno sopportato, però Provincia già allora non era totalmente disponibile a realizzare ulteriormente qualcos’altro, quindi mi viene quasi da immaginare che la richiesta sarà più legata magari a scorpori economici diciamola così oppure a un cambio di destinazione inteso non più una residenza prevista come era prevista in supporto della attività primaria agricola o ricettiva, magari legata alla residenza privata, questo non te lo so dire, non è che stiamo parlando di chissà quante cose, è chiaro che ancor più se l’amministrazione dovesse ritenere di cambiare la strategia rispetto alla scheda che c’era nel documento di piano, questo costituisce variante al piano e la semplice delibera del Consiglio comunale non fa variante al piano.
Ok, questa era una cosa molto tecnica non so se avete capito, cioè bisogna conoscere un po’ la cosa comunque diciamo prendetela come infarinatura anche su questo argomento che comunque la prossima amministrazione dovrà affrontare necessariamente.
Io un po’ mastico questi aspetti tecnici, volevo solo capire un attimo una cosa dall’architetto o anche da te che hai esperienza nel campo, cioè qual è il nesso tra ufficio tecnico e amministrazione quando si deve parlare di un piano generale del territorio, cioè come si interfacciano gli uffici tecnici con le amministrazioni, in quali momenti, in quali modi, in quali circostanze, perché questo aspetto non lo conosco, cioè avvengono delle consultazioni avvengono delle riunioni dove presenzia l’ufficio tecnico con l’amministrazione?
Allora diciamo che distinguiamo gli aspetti dei ruoli, quindi a chi compete e cosa, e quindi all’ufficio tecnico compete l’autorità procedente del piano, quindi nel vostro caso mi risulta che il vostro ufficio tecnico ha una posizione organizzativa che è responsabile e quindi tutti gli atti poi vengono legittimati da questa posizione organizzativa. Diverso è dire quelle che sono le scelte dell’amministrazione, quindi l’amministrazione non è obbligata ad avere un contatto diretto con l’ufficio, è ovvio che nei passaggi cruciali sulle scelte, poi siccome queste scelte devono essere anche supportate da un visto di legittimità generale, poi l’ufficio deve essere comunque coinvolto, però non è l’ufficio che può imporre all’amministrazione la scelta, l’ufficio deve imporre perché è suo compito all’amministrazione il mantenimento della procedura quindi delle regole generali, dei pareri, dei visti. Poi se l’ufficio tecnico è un ufficio collaborativo tanto di guadagnato perché è l’espressione poi del governo.
Quando prima mi si chiedeva: non so se le regole che sono state messe nel piano per Daverio abbiano funzionato più o meno, lì c’è il problema anche di come l’ufficio tecnico usa queste regole, ovvero l’ufficio tecnico dice al cittadino come potrebbe usarle, oppure potrebbe essere lo stesso ufficio che se vuole raggiungere un obiettivo stuzzica la richiesta del cittadino; questo non lo so dire; ci può essere un buon piano ma una gestione tecnica insufficiente magari vanifica la scelta. Comunque per tornare alla domanda l’ufficio tecnico ha il suo ruolo, non è obbligata l’amministrazione a relazionarsi però ovviamente tutte le parti di passaggio formale devono essere condivise e approvate dall’ufficio tecnico.
Magari per darti qualche informazione in più, Luca, nell’esperienza fatta, a parte che era il primo PGT, quindi era il primo un po’ per tutti: questo rapporto è costante cioè nel senso che è impensabile, ma in generale cioè io non parlo solo dell’ufficio tecnico io parlo in generale, è impensabile lavorare senza la collaborazione degli uffici, cioè è chiaro che chi pensa questa cosa non va molto lontano.
Si, io mi riporto al presente quando poche settimane fa abbiamo letto di un ufficio tecnico che dichiara di non avere avuto linee guida dall’amministrazione, insomma quindi immagino in un clima del genere come sia difficile portare avanti una variante di piano o soluzioni o proposte o osservazioni ecco, cioè solo questo, in questa situazione qua la vedo critica in questo momento per Daverio, è solo quella la riflessione che facevo.
Sì, ma diciamo che i tempi tecnici a parte questo discorso che facevamo sulla legge regionale 18, queste istanze ecc. che magari poi le spostano ancora anche queste bisognerà vedere e chiaramente lì c’è anche il problema della pandemia e anche lì bisognerà vedere quando saranno le elezioni, non lo so io penso che adesso questo sarà legato anche alla crisi di governo, comunque l’arco di tempo naturale che dovrebbe poter vedere le elezioni entro giugno dovrebbe permettere alla nuova amministrazione di affrontare la revisione del piano. Cioè è sicuramente una cosa che affronterà la prossima amministrazione qualunque essa sia non credo che questa, in questo momento sia in grado di farlo.
Non avrebbe neanche nessun tempo. Anche perché l’attivazione della revisione non è una cosa immediata, cioè voglio dire, dato il fatto fondamentale di collaborazione degli uffici, tutte le impostazioni di un piano addirittura di revisione generale devono seguire un iter specifico, quindi dei tempi, delle modalità, dei tempi ai cittadini per ragionare. Se una amministrazione poi è un’amministrazione aperta, dovrebbe fare le consultazioni aperte, cioè voglio dire un conto è una revisione imposta dalla normativa sopravvenuta che per legge devi rivedere il tuo documento, quindi non è una cosa… a me non sembra neanche di aver mai sentito Daverio parlare di revisione di piani.
Certo, va bene, ci sono altre domande? sembra di no.
A questo punto direi che come prima infarinatura mi sembra già buona, nel senso che come prima volta abbiamo affrontato questo argomento che non è sicuramente un argomento facile come avete potuto intuire e quindi ringrazio l’arch. Pasolini per la sua esposizione e la sua disponibilità e a questo punto penso che possiamo lasciarlo alle tue incombenze familiari e lo ringraziamo tutti quanti per la sua presenza qui stasera, grazie.
Contattaci per qualsiasi domanda o dubbio!
Daverio cresce – 2022
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